Josefa Idem
OLIMPIONICA, PSICOLOGA, FORMATRICE E TRAINER
Dopo la mia carriera come atleta, mi sono reinventata. Dal 2000 intervengo in contesti organizzativi con speech motivazionali e, affascinata dal tema della formazione, sono tornata sui banchi di scuola per diventare una psicologa e trainer. Oggi alleno persone dentro e fuori dalle aziende per tirar fuori il massimo potenziale, permettendo loro di saper affrontare le sfide poste da un mondo in continuo cambiamento.
Il mondo cambia ogni secondo e la formazione deve cambiare con esso: continuità e circolarità, un ampio ventaglio di proposte scelti in base alle specifiche necessità, una serie di strumenti innovativi per imparare e crescere inserita in un approccio sartoriale e sistemico.
Sport
La capacità di rimanere in equilibrio, in ogni situazione, è tanto difficile da apprendere quanto fondamentale, nel kayak come nella vita di tutti i giorni. Dallo sport ho imparato così tanto che oggi, pur lontana dalle gare da ben 2 Olimpiadi, mi piace descrivermi come atleta per sempre. D’altronde, come potevano non lasciare un’impronta indelebile sul mio approccio alla vita 36 anni di esperienza immersa nel mondo dello sport?
Cura, curiosità, empatia e innovazione sono le fondamenta di ciascuna mia scelta nel campo della formazione: senza questi elementi, nessun’altro tassello può reggere. Per cambiare veramente la concezione del coaching in un mondo assolutamente mutevole, occorre approcciarsi a ciascuna nuova sfida tenendo a mente, a ogni passo in avanti, questi quattro termini.
Approccio
Se c’è una cosa che ho imparato da tutte le esperienze che hanno costituito la mia vita personale e professionale – dalla canoa alla scuola di polizia, dalle Olimpiadi all’Università, passando per la maternità – è proprio come l’apprendimento sia un processo costante e senza fine: al giorno d’oggi, noi siamo apprendimento, in ogni momento della nostra vita. Questa consapevolezza mi ha guidata e orientata nel formulare una mia propria concezione tanto della formazione quanto dei criteri che utilizzo approcciandomi alla formazione stessa.
In un momento in cui siamo spinti ad apprendere costantemente nuove informazioni per fare parte del mondo, non possiamo più considerare l’educazione come qualcosa di “fatto e finito” e puramente frontale.